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domenica, settembre 09, 2007

La verità

Stamattina, sono uscito da casa relativamente presto. Alle mie spalle, ho lasciato una notte insonne.
Qualcuno, ne sono certo, può comprendere.
L'aria che respiro sembra rarefatta e pare che tutto intorno, giri più lentamente. Come se il peso del metronomo fosse posto nel punto più alto della scala graduata, scandendo un tempo "Largo".
Da qualche giorno, la piccoletta*, accusa forti dolori cervicali e torcicollo.
Nonostante le intramuscolo di voltaren e muscoril, purtroppo, il dolore non si è placato. Così ieri sera ha deciso di farsi controllare al pronto soccorso.
Inutile descrivere in che modo sono riuscito a farmi strada, per accorciare i tempi d'attesa. La responsabilità è sempre nostra perchè l'essere umano, non c'è nulla da fare, è per sua natura, egoista. Infatti, tutti i pazienti cercavano di enfatizzare ed attirare l'attenzione del personale medico.
Mia madre era li, silente.
Finalmente hanno deciso di fare una radiografia seguita dalla T.A.C..
Poi è cominciata l'attesa per il referto.
E' strano vivere parte del proprio tempo, al pronto soccorso di un ospedale. Ci si può trovare l'ubriacone che deve smaltire la sbronza, la depressa megalomane che minaccia di denunciare il personale per omissione di soccorso, l'anziana sola che pur di stare in compagnia simula un malore...
Alla fine, mi chiamano: "Sig. Traina, chiuda la porta. Si accomodi".
Il medico e l'infermiere, impietriti, mi guardano dritto negli occhi e rimangono per qualche istante in silenzio.
Poi, il medico: "Sig. Traina...."
"Sig. Traina, purtroppo, io non le darò buone notizie".
Io cominciavo a sentire uno strano formicolio.
"La T.A.C., evidenzia presenza di metastasi ossee e cerebrali. Mi spiace...ma devo dirle la verità".
Poi l'infermiere: "Dobbiamo! Sua madre, si trova nel bel mezzo del tunnel del dolore. Un dolore che diventerà sempre più acuto. Placabile solo con la morfina".
E' entrato il radiologo a dare manforte ai colleghi. "Sig. Traina, purtroppo questa non è una cosa che è nata adesso. Ma noi medici, si sa, a volte ci ostiniamo a voler operare chirurgicamente, pur di non volere affrontare la verità. Sicuramente già da allora, sua madre, non aveva speranze. Sicuramente, giorno dopo giorno, queste materie, si sostituiranno al cervello. L'emorragia, al momento è lieve, ma non è escluso che peggiori e...in quel caso sua madre, entrerebbe in coma".
Queste sono le parole che mi hanno riferito.
Parole che echeggiavano per tutta la notte, nella mia testa.
Uscito da quella camera, la piccoletta mi ha chiesto cosa mi avessero detto.
Mi guarda "dentro" gli occhi.
Non si può evitare lo sguardo, in questi casi. Bisogna saperlo reggere. Con coraggio.
Le ho nascosto la verità, dicendo che c'era qualcosa di poco chiaro e che l'avrebbero ricoverata per poter effettuare tutti i controlli del caso.
Le ho nascosto la verita!!! Ma ne sono certo: ha capito.
Mi viene in mente di una telefonata che feci ad un amico, per avere notizie di suo padre. Il padre era giunto alla fase terminale.
Conclusi la mia telefonata dicendo la solita frase fatta: "Speriamo bene".
Lui ribattè: "Non so cosa è bene e cosa è male, di fronte a queste cose".
In questo caso, memore di quella vicenda, non dico più nulla.
Mi auguro solo che soffra il meno possibile.
* mia madre

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei un grande! La tua piccoletta è la più dolce che io abbia mai conosciuto. Puoi esserne fiero! Ti voglio bene!
MC

Sebastiano Spina ha detto...

Mi associo anche se non ho conosciuto tua madre.

Ma sii certo che e' molto saggia e serena, anzi vorrei farmi spiegare il senso di questa vita che sicuramente lei ha gia' chiaro.

Sebastiano

To be on time